Il docufilm di Francesco Fei con Fabrizio Bentivoglio, prodotto da Apnea Film con la partecipazione di METS Percorsi d’Arte è realizzato in collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona, con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte - Piemonte Doc Film Fund, con il contributo di Gallerie Maspes Milano e in collaborazione con Sky Arte.
Selezionato nella sezione Free Style Arts della 19° edizione della Festa del Cinema di Roma tenutasi dal 16 al 27 ottobre 2024, è stato presentato in anteprima al Maxxi il 17 ottobre 2024.
Il 4 e 5 febbraio 2024 PELLIZZA PITTORE DA VOLPEDO ha aperto la nuova Stagione della Grande Arte al Cinema, un progetto originale ed esclusivo di Nexo Studios che la distribuisce in esclusiva per l’Italia con i media partner Radio Capital, Sky Arte, MYmovies e in collaborazione con Abbonamento Musei.
Il docufilm uscirà in televisione su Sky Arte nel settembre 2025
La Grande Arte al Cinema di Nexo Studios
Il docu-film racconta la vita tormentata del pittore divisionista Giuseppe Pellizza (1868-1907), celebre per il suo Quarto Stato - esposto al pubblico per la prima volta alla Quadriennale di Torino nel 1902 e conservato oggi presso la Galleria d’Arte Moderna di Milano - e per la sua capacità di indagare l’animo e la società umana.
Esplorando i luoghi in cui visse e la sua sensibilità artistica con la guida di Bentivoglio come “coscienza narrante”, PELLIZZA PITTORE DA VOLPEDO svela le emozioni dell’artista e la sua visione della realtà attraverso un raffinato uso di inquadrature ispirate ai colori delle sue opere. La tragica fine di Pellizza, che si tolse la vita nel 1907 sopraffatto dal dolore per la perdita della moglie, è parte di questo racconto e rende ancora più profondo il legame emotivo dello spettatore con la sua arte.
Francesco Fei - già regista nel 2016 di “Segantini, ritorno alla natura” - ha scelto un’interiorità narrativa che si riflette in ogni immagine, condividendo la particolare sensibilità dell’artista per i sentimenti umani che si trasforma in opere in cui la forza evocatrice della natura partecipa all’emozione.
Il film si apre nello studio di Pellizza a Volpedo, rimasto identico a come l’ha lasciato l’artista. È qui che Bentivoglio accoglie lo spettatore leggendo le toccanti lettere del pittore che rivivono attraverso la sua voce, ma anche attraverso la fotografia, arte così preziosa per lo stesso Pellizza: Fei ha infatti privilegiato tonalità che rimandano alle opere dell’artista piemontese e tagli di inquadratura che appaiono quasi quadri viventi.
Grazie alla collaborazione con Aurora Scotti, la più importante critica e studiosa dell’arte di Pellizza, e con l’Associazione Pellizza da Volpedo, nata per la valorizzazione del patrimonio culturale legato alla figura e all’opera del pittore e custode della maggior parte dei documenti e delle immagini relative alla sua vita, il documentario si pone l’obiettivo di essere un racconto approfondito e storicamente rilevante nell’ambito delle biografie d’artista. Allo stesso tempo il lavoro del regista evita la pura e semplice elencazione di opere e dati per coinvolgere il pubblico in un viaggio nella sua esperienza di uomo e artista.
La “coscienza narrante” che prende voce nell’interpretazione di Bentivoglio fa di Pellizza un nostro contemporaneo grazie alla modernità del suo pensiero e della sua concezione della pittura, che si materializza nella sperimentazione del divisionismo al quale arriva per gradi, spinto da un desiderio interiore, oltre che artistico. La perfezione dei ritratti e dei particolari che hanno caratterizzato la sua prima produzione diventa in queste opere un intreccio di punti e colori che sfocano l’immagine, fino a quasi a nasconderla. Solo allontanando il proprio punto di osservazione, il disegno che Pelizza mette sulla tela diventa perfettamente visibile. Il desiderio che l’artista sembra trasmettere al pubblico è un invito alla ricerca della “verità”, che è sempre stata presente nelle sue opere come documentazione storica e partecipazione emotiva alla vita delle persone che rappresentava, sia nella sua fase divisionista sia nell’afflato simbolista che caratterizza l’ultimo periodo della sua produzione.
Backstage - Fabrizio Bentivoglio e Francesco Fei
Il docufilm si inserisce in un percorso di celebrazione e approfondimento della figura di Pellizza avviato da METS Percorsi d’arte congiuntamente alla GAM di Milano che ha avuto inizio il 17 agosto 2024 proprio a Volpedo, presso lo studio del pittore, con una raffinata mostra focus dal titolo "Il fascino della natura. Paesaggi ritrovati di Pellizza da Volpedo".
Il percorso prosegue al Castello di Novara dal 1 novembre 2024 al 6 aprile 2025 con la mostra "Paesaggi. Realtà Impressione Simbolo. Da Migliara a Pellizza da Volpedo", una prestigiosa rassegna dedicata all’evoluzione della pittura di paesaggio tra Piemonte e Lombardia dagli anni Venti dell'Ottocento al primo decennio del Novecento che consentirà di ammirare oltre 70 capolavori provenienti da importanti musei in Italia e all'estero e da prestigiose collezioni private, tra cui alcune importanti opere di Pellizza da Volpedo.
Il percorso dedicato al grande artista terminerà a Milano nell’autunno del 2025 con la grande mostra monografica "PELLIZZA DA VOLPEDO I CAPOLAVORI", organizzata congiuntamente da METS e dalla GAM, presso la quale si trova l’opera simbolo di Pellizza, “Il Quarto Stato”.
Giuseppe Pellizza da Volpedo, Sul Fienile, olio su tela 133 x 243,5 cm
Per approfondire la vita e le opere di Pellizza, gli spettatori potranno visitare tra gli altri la GAM di Milano, dove è custodito "Quarto Stato", Palazzo Citterio – La Grande Brera con "Fiumana", l’Atelier di Pellizza a Volpedo, i nuovi allestimenti della Pinacoteca Il Divisionismo di Tortona con "Il ponte, "Il cammino dei lavoratori" e altre importantissime opere, la GAM di Torino con "Lo specchio della vita", l’Accademia Carrara con "Ricordo di un dolore", la Galleria D'Arte Moderna Ricci Oddi di Piacenza con "Tramonto" (o "Il roveto"), la Fondazione Cerruti di Rivoli con "Membra stanche" (o "Gli emigranti"), i Musei di Ascoli Piceno con "Passeggiata amorosa" e il Musée d'Orsay con "Il morticino" (o "Fiore reciso").
Giuseppe Pellizza da Volpedo, Membra Stanche, olio su tela 127 x 164 cm